domenica 25 ottobre 2020

Lettera aperta di Giuseppe Prinzi al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella


Sergio Mattarella Presidente della Repubblica italiana



 Egregio Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella , con questa mia lettera, desidero  portarLa a conoscenza , di una vicenda incresciosa e disdicevole , che mi e' successa e che si trascina ormai da piu' di cinque anni . 


Nel mese di agosto del 2015 , su richiesta del Sindaco del mio paese , Santo Stefano di Camastra , ho concesso in comodato d'uso una mia opera unica in ceramica refrattaria dipinta con volti artistici del mio stile personale, per essere messa in mostra all'Expo di Milano nello stand della Regione siciliana , a condizione che mi venisse restituita alla fine della manifestazione . 


Al termine dell'esposizione milanese,  dapprima verbalmente e in seguito due volte per iscritto , ho chiesto invano la restituzione della mia opera. 

Quindi stanco, deluso e umiliato dal persistente mutismo dell'amministrazione comunale , ho deciso di rivolgermi al mio legale di fiducia , che con una lettera del 4 Agosto 2018 , diffidava  l'ente alla restituzione dell'opera.


Questa volta il Sindaco con una lettera del 16 agosto risponde cosi': "Il manufatto in ceramica da lei messo a disposizione di questa amministrazione comunale, e' stato omaggiato dal personale comunale e regionale presente nello spazio espositivo , ad una autorita di valenza internazionale in visita all'area espositiva"     e mi invitava a comunicare il valore dell'oggetto e il Comune avrebbe provveduto al rimborso . 


Allora, dopo avere espresso il mio disappunto per il comportamento del Comune , comunicai, sempre tramite il mio legale , che il valore che avevo attribuito alla mia opera era di 3.000 euro. Ma a questa lettera il Comune non ha risposto e non ha risposto neppure all'invito di una stipulazione di negoziazione assistita per trovare una soluzione bonaria , evitando la controversia giudiziaria e le relative spese legali.

A questo punto sono stato costretto a citare in giudizio il Comune di Santo Stefano di Camastra davanti al Giudice di Pace di Mistretta. Il Comune nel documento di comparsa in giudizio, mi accusa di volere speculare a danno dell'amministrazione locale e poi si permette di stabilire il valore della mia opera, chiedendo al Giudice, che sia compreso tra i 200 e i 300 euro e che siano addebitate a me che ho subito il fatto illecito, anche le spese giudiziarie. 


Io credo caro Presidente , che il Comune non aveva il diritto di appropriarsi della mia opera , ne per omaggiarla , ne per altri motivi ,  senza chiedere il mio consenso esplicito. Quello del Comune e' stato un atto prepotente , autoritario , incivile e irrispettoso della mia dignita di artista e di uomo . 


Sono stato privato del diritto legittimo , di riavere un'opera , alla quale tenevo tanto e sulla quale avevo tanto sperimentato , sia artisticamente che tecnicamente e non avrei voluto neanche vendere e men che meno regalare, ma tenere in mostra nel reparto artgallery della mia esposizione di pezzi unici ed esporre in eventuali future mostre ed esposizioni di rilievo. 


Questo modo di agire del Comune nei miei confronti , e' cosi' incivile , cosi' insopportabile ed offensivo del senso comune di liberta e di democrazia, che a non denunciarlo mi vergognerei , ed evidenzia disinteresse,  disprezzo e indifferenza verso l'arte , gli artigiani e gli artisti in genere. Ed ancora, voglio rivendicare il diritto mio e di qualsiasi altro autore, artista o artigiano che sia, di decidere il valore di una propria opera, o se venderla, oppure no, senza dover dare spiegazioni o giustificazioni ad alcuno; perche questa , penso che sia una liberta' , un diritto costituzionale e individuale, che non puo' essere censurato, criticato o calpestato da nessuno.  Ma poi , io mi chiedo,  questi amministratori , non potevano dirmi subito la verita'? 


Perche' hanno aspettato tre anni per farlo e solo dopo aver ricevuto la diffida del mio avvocato? Forse perche' non volevano sborsare nessun risarcimento? Questa per me , non e' soltanto una questione economica, ma e' soprattutto una questione etica e morale e di violazione della dignita' . E' stata colpita anche la mia autostima . 


Ma quello che non mi sarei mai aspettato e che mi ha molto amareggiato ,  e' aver ricevuto intimidazioni e minacce di ritorsioni, in "dialetto siciliano" , da un  importante politico locale,  con l'obiettivo di farmi ritirare la citazione in giudizio. 

Purtroppo Presidente Le devo confidare, che questo comportamento indifferente e poco corretto, da parte di questi amministratori, non è un'eccezione. Un'altra mia opera in esposizione al museo civico delle ceramiche di palazzo Trabia, e' sparita da un po di tempo. 


Ho chiesto informazioni al direttore del museo, che mi ha detto che non l'ha più vista, che l'hanno cercata, ma non sono riusciti a trovarla. Allora ho scritto al Sindaco per due volte, tramite posta elettronica certificata, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Le sembra giusto e civile Presidente? Rispondere non è un dovere per un pubblico ufficiale, oltre che una cortesia? A chi dovrei rivolgermi, per avere delle spiegazioni? Devo essere costretto, un'altra volta ad intraprendere,  un'altra azione legale?


Comprendo perfettamente,  caro Presidente Mattarella, che queste mie vicende spiacevoli, rispetto a tutto quello che  sta succedendo nel nostro paese e nel mondo , non siano cosi' gravi, ma spero lo stesso che Lei possa leggere questa mia lettera e se trovasse qualche minuto del suo preziosissimo tempo , mi farebbe piacere conoscere il  suo autorevolissimo parere. 

Cordiali e rispettosi saluti    Giuseppe Prinzi

Giuseppe Prinzi

 

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